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Coste e infrastrutture: gioie e dolori per l’Emilia Romagna – il punto con Alberto Carion

L’Emilia Romagna è una regione che vanta importanti distretti industriali e che, per buona parte dell’anno, alimenta la “macchina” del turismo nazionale grazie ad un’offerta ricettiva che da sempre affianca agli stabilimenti balneari le più diverse opportunità di svago. Fondamentale potrebbe quindi essere l’applicazione della Direttiva Bolkestein così come sono fondamentali le infrastrutture nella regione che, per la sua morfologia, è il vero spartiacque fra il Nord e il resto d’Italia. Lo abbiamo chiesto al Dott. Alberto Carion, Consulente della Confederazione ASSO.

D – In una Regione come l’Emilia-Romagna, l’unica che si sviluppa orizzontalmente e che quindi risulta essere decisiva per i collegamenti Nord-Sud, quanto sono importanti le infrastrutture e il loro costante ammodernamento?

R – Sono semplicemente decisive, fondamentali per rendere il nostro Paese competitivo nei trasporti a livello europeo e internazionale. Purtroppo negli anni non sono stati attuati progetti importanti per il collegamento dell’Italia del nord con il centro-sud, di cui proprio l’Emilia Romagna è crocevia fondamentale e le infrastrutture non hanno goduto di quel potenziamento ed ammodernamento che invece sarebbe necessario.  Ci sono opere che attendono di essere realizzate da decenni, oggetto di grandi e sistematici annunci: pensiamo solo alla Bretella Campogalliano-Sassuolo e alla Cispadana, sulle quali sono state fatte tante promesse ma ad oggi ancora nessuna mantenuta. Parliamo di due opere fondamentali per l’economia emiliana: la Bretella, in particolare, è attesa da anni dal distretto ceramico. Ci sono poi casi in cui la Regione interviene, ma a mio avviso lo fa in modo assolutamente discutibile. È il caso del Passante di Bologna, detto Passante di mezzo, che non risolverà i problemi di congestionamento del traffico ma, con il semplice allargamento in sede di autostrada e tangenziale, contribuirà a immettere un numero di veicoli ancora superiore e comporterà un aumento dell’inquinamento. In altre parole, si condannerà la Città a una viabilità pesante e obsoleta. L’alternativa del Passante Sud non è stata mai presa nemmeno in considerazione. Per non parlare poi delle infrastrutture necessarie sull’Appennino: una fra tutte, la Bretella Reno-Setta, che è stata più volte inserita (e tolta) nei piani strategici regionali. Secondo me manca ancora una visione di Regione, di territorio, di collegamento infrastrutturale che possa veramente proiettare l’Emilia-Romagna verso il futuro. Pensare di poter continuare ad essere grandi con infrastrutture vecchie di oltre 60 anni è semplicemente irrealistico ed è per questo che ASSO ha in programma uno specifico tavolo tecnico al fine non solo di verificare lo stato delle infrastrutture nel Paese, ma anche di promuoverne la realizzazione.

 

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